Troppo analogico, troppo digitale

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Quanto è passato da quel giorno in cui ho visto il mio primo aereo virtuale staccarsi da terra in un monitor che aveva solo un colore, l’ambra?

Poche linee, pochi dettagli, eppure erano emozioni vere, eppure sentivi addirittura qualcosa nello stomaco mentre credevi di staccarti da terra con quel simulatore che oggi mi chiedo cosa volesse simulare.

E via via la strada digitale è stata quella, sempre più nitida, sempre più tecnologica. Ed io che pensavo a quanto fosse affascinante, ed io che ad ogni novità che acquistavo compulsivamente, immaginavo di trovare chissà che, forse la mia favola.

Il gusto della scoperta, la voglia di imparare, di migliorare, di fare per sé e per gli altri.

Ma dopo tanti anni in cui il nuovo era già vecchio sugli scaffali, dove la velocità dello sviluppo dipendeva dal mercato e non dalla creatività, vedo nuove tecnologie, nuove rivoluzioni che si pregiano di essere più intelligenti dei creatori confusi, o che si presentano come il sigillo di verità su tutto ciò che l’uomo dà loro in pasto.

Mi chiedo che sarà di noi, troppi dubbi coltivo a causa di un recente passato inquietante.

Disincanto, disillusione, oppure è solo l’abitudine a volare alto e veloce, ma siamo di fronte al solito bivio che spesso ho visto affrontare da chi ha quasi sempre scelto male: questa tecnologia la useremo per il bene, oppure la mercificheremo, perdendo l’ennesima occasione per fare qualcosa di buono per le persone?

È sempre stato così: non ha tempo la big company per ascoltare le folle, fa prima necessariamente a manipolarle, ed allora ascolto con attenzione le fanfare della propaganda per capire quanto potrò divertirmi con tutto ciò che sarà, e quanto invece si rivelerà l’ennesimo e deludente fuoco fatuo.

Si prospettano sfide dure e complesse, e in un mondo in cui la vera guerra è purtroppo ancora analogica, speriamo che, una volta tanto, il progresso digitale sia veramente umanistico ed al fianco delle persone, senza evocare immagini fosche del passato.

O, al massimo, in quel mondo che non c’è potremo rinchiuderci le persone che fanno fatica a vivere in pace nel mondo analogico, che forse non ha tutta questa voglia di cambiare.

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