The boy is back in town

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Non riesco a non godere quando sento uno che, per invidia, parla male di me.

Beh, poi il livello di cattiveria che ci mette cambia in funzione anche della cultura. Ci sono sparlatori capaci di sembrare addirittura dei supporters, ma in fondo a me piace vederli belli tronfi nel loro insuccesso, mentre rosicano perché non sanno fare ciò che faccio io.

Ma più che fare è l’essere che per me conta e… io sono io e loro non sono un cazzo.

Che arrogante, che presuntuoso.

Dai continuate, vi ho dato un motivo per starnazzare, per produrre i vostri elogi che in fondo sono solo bocconi avvelenati.

E non suggeritemi di andare avanti non curandomi di loro, perché è bellissimo comprendere dalle loro parole, o da fatti assurdi, che io sto facendo bene e loro si incazzano.

Gli invidiosi sono solo un bell’indicatore del mio successo e quindi, non appena inizio a fare qualcosa, aspetto il primo che mi dica che sbaglio e mi dia consigli e lì ho capito tutto.

Ehi ragazzi, vi sono piaciute le cose romantiche che ho scritto in questi mesi?

Ne scriverò altre, tutte per chi mi apprezza.

Per gli altri invece, un avviso: the boy is back in town.

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