Tu, italiano pauroso, chi ti ha dato questa vita non è chi oggi detta, incapace, le tue giornate.
Anche io so di essere stato troppo coccolato, in un mondo così generoso che altro non poteva fare che generare figli deboli, che oggi non riconoscono più la madre, e madri che oggi non difendono più i figli.
Ed ora siamo in due, solo polvere che insieme non vale molto di più, perché poi, dopo tutte le parole, siamo fronte a fronte che ci spingiamo in attesa di un evento che soddisfi il nostro inutile ed insignificante ego, come rettili in attesa dietro alle pietre bollenti del deserto.
Ma so che tu sei tu, unico più qualcosa che voglio darti io di cuore e che arriva un poco anche da lassù, mentre, amico mio, a sorreggerci c’è rimasto solo un Dio che sa aspettare il suo momento per essere pregato.
Ma Lui lo sa e non si imbroncia, è sempre col sorriso, in ogni momento, e osserva perché tanto sa che, malgrado tutti i nostri impegni e le nostre priorità, arriva il giorno in cui ci si aspetta che là in cielo vi sia qualcosa anche per noi, mentre ci chiediamo il perché delle disgrazie.
No, io ci provo ma non basto io, per quanto faccia scudo intorno a te, con tutta la volontà che posso metterci per non sentire addosso il tuo gelo, da solo nulla potrò se tu non ricomincerai a guardare in alto, fiero della terra in cui sei nato e da cui non potrai mai, o non potranno mai, estirpare le radici.
E allora non guardiamoci così, perché non abbiamo idee nostre in questo momento, ma rispecchiamo certe anime nere che ci vogliono così, divisi su cui imperare, e le grandi braccia e le grandi mani che ci hanno permesso di essere ciò che siamo le dobbiamo usare insieme per sostenere e riscaldare tante persone che hanno freddo, e più non ne devono avere.
Parliamo tra grandi, e ci dimentichiamo di guardare il viso dei bimbi che corrono felici come se fossero insieme agli angeli, e chissà perché, basta un piccolo sguardo per strapparci di nuovo un sorriso e riaccendere il fuoco che anima le nostre buone intenzioni, che ci fa sentire il bisogno di libertà, giustizia e fratellanza, quelle belle cose che fino a ieri erano scontate.
E sì, siamo stati cullati dalla vita comoda, abbiamo lasciato ad altri la lotta per i nostri sogni, ma ora italiano pauroso, siamo qui insieme a scrivere la storia, ed entrambi abbiamo la possibilità di scegliere se essere trascritti come anime buone o come cattive.
Stiamo facendo la storia dell’umanità, stiamo scrivendo le pagine più importanti dell’uomo messo di fronte alle sue paure di ciò che con le sue mani ha creato. Noi abbiamo paura di noi stessi, certi di sapere tutto, sicuri della nostra verità, incapaci di capire domani.
Una storia importante di cui potremo dire di aver fatto parte, e, se riconosceremo quanto la difficle storia di altri ci abbia reso facile arrivare fin qui, non potremo far altro che dimenticare ciò che ci hanno detto debba dividerci, per prendere la vita nelle nostre mani e dare una profonda e duratura pulita ad un mondo che, nel suo piccolo, e per quello che Dio ci ha permesso di conoscere, è la stella più azzurra che esista tra miliardi di stelle tutte connesse con noi, con i nostri cuori e con i fiori nei prati.