Sono terrorizzato.
Perché in queste pagine voglio spiegare che, mai e poi mai, io avrei voluto dover sussurrare a chi volevo bene, “Te lo avevo detto”.
Perché “Avevi ragione” è la cosa che più al mondo odio sentirmi dire, quasi al pari di “grazie”.
Perché dietro al “Te lo avevo detto” c’è una vita pericolosa e piena di insidie che non puoi capire, perché tu sei nato per seguire il gruppo, io per condurlo dopo averlo conquistato lottando con gli altri contendenti.
Perché il sapere significa cercare le informazioni come i funghi nei fondi più adatti, e, come per i miceti, togli quelli buoni da quelli fake, se non vuoi avvelenare i commensali assieme a te stesso.
Perché ciò che sai non puoi dirlo perché diventi pericoloso, da bloccare, da segnalare, e non puoi cercare di spiegarlo perché la ragione nulla può contro l’ideologia. Ed allora i numeri rimangono terra morta davanti alle paure strumentalizzate per fare denaro, e coloro a cui vuoi bene fanno la fila per farsi del male, con in testa le parole minacciose di chi ha fatto di un lager, un bisogno.
Perché il mondo è pieno di eroi, che per fare la loro parte hanno vissuto ogni genere di disgrazia, eroi che hanno tenuto la schiena dritta anche quando in fondo non erano nati gladiatori, e mentre le tigri cercavano di sbranarli, loro ridevano pensando che ogni pena era niente rispetto alla dannazione eterna.
Sono righe difficili, molto difficili da scrivere, perché abituati a conoscere, e non a credere, sappiamo che presto arriverà il momento drammatico di avere quella ragione che significa perdere tantissimo di ciò che oggi è il nostro mondo, che quello sarà il prezzo da pagare per voltare pagina, o almeno questo speriamo, che sia possibile voltare pagina finalmente.
Nessuno di noi avrebbe mai pensato di volare in una guerra vera: i conflitti fantascientifici e un po’ ridicoli, che così tante volte abbiamo visto nel cinema degli attori miliardari, si sono materializzati, ma proprio perché già visti, ci sono sembrati improbabili quando si sono trasformati in realtà.
E’ una strage, una catastrofe già scritta e non mal celata, nascosta dietro solo la fatica di andare a cercare numeri e fatti che fanno orrore.
Perché tutto è lì, ogni cosa che sembra narrazione in realtà è alla portata di quei tutti che, invece, paiono voler ignorare in nome di una storiella raccontata malissimo e che proprio per questo sembra affascinare.
Un dolore costruito come un puzzle scombinato messo insieme a martellate, in cui le fessure sono così evidenti, e l’immagine così poco nitida, che sembrerebbe più improbabile credere alla favola che all’immonda soluzione. Eppure l’uomo sta comportandosi, come sempre nella sua storia, come un gregge docile e mansueto, e non si preoccupa nemmeno degli agnellini che si scannano per allietare un viaggio fuori porta a Pasquetta.
E noi ve lo abbiamo detto, prima in modo irruento, accorato, poi cercando solo di indurre in voi la percezione di un pericolo, cercando di stimolare ciò che anche voi dovreste avere innato, quel senso di attenzione e diffidenza che, solo in pochi casi, riusciamo a risvegliare, talvolta quando è ormai tardi.
E’ un incubo in cui viviamo da svegli e consapevoli, e mentre da un lato ancora ci chiediamo come sia possibile dare credito alle parole di figuri che mai nella vita hanno fatto qualcosa di buono se non per se stessi, ci prepariamo nel modo più distaccato possibile a dire “Te lo avevo detto” al sangue del nostro sangue, ai pezzi di cuore che fino a ieri erano la tua vita e che un giorno, al culmine di una sofferenza atroce, abbiamo dovuto togliere dai nostri pensieri, perché le loro scelte che abbiamo fatto di tutto per contrastare, non siano causa di troppo dolore per noi nel prossimo futuro.
Questa non è più logica, ormai anche le convinzioni errate, troppo tardi, scricchiolano, e molti hanno il terrore di sentirsi dire “Te lo avevo detto”, e l’aggressività salirà presto fino a limiti non tollerabili.
E’ difficile tirare fuori i miei pensieri, molto difficile e pericoloso per la facilità con cui i possa essere frainteso, ed io stesso mi incolpo forse di stare cercando solo di pulirmi la coscienza.
E’ terrificante pianificare le giornate per incontrare chi sai già che vuole parlare di quella scelta fatta, o che sta per fare, e cerca conferme, anche solo ascoltandoti per capire se puoi dargli una certezza. Io so solo che ho deciso di mettermi a disposizione di chi vuole tesa una mano, e so anche quanto sia inutile dare consigli.
So che ciò significa essere il guerriero che combatte con i cavalli contro i carri armati, ma è giusto stare qui, stanco e amareggiato, certo di non avere il dio denaro da pregare e pronto per far vedere che siamo in tantissimi e dotati di cervello, come i generali del nemico sanno benissimo.