Noi che crediamo nello Stato, e lo Stato che crede al ricatto

Accettare il ricatto è ciò che l’uomo che si crede libero paga al demonio, perché questa è l’Italia che ci siamo fatti rubare, la Repubblica fondata sul ricatto delle mafie più o meno legalizzate.

Noi siamo in democrazia, ma cosa significa democrazia? Significa che quando abbiamo avuto bisogno di protezione ci siamo rivolti al politicante viscido di turno, quando avevamo bisogno di giustizia abbiamo cercato un amico che aggiustava le cose, quando il lavoro veniva a mancare noi lo abbiamo elemosinato alle organizzazioni che dicevano di essere meglio dello Stato, quello Stato che è sopra ogni cosa come una coltre di fango dopo una alluvione.

E tu gli hai dato il diritto di calpestarti in nome di un qualunque bene lo Stato ritenga per sé tale, capace come un diavolo di ricattare l’uomo con la vergogna e il senso di colpa ed impotenza… che poi per ogni diavolo esiste un buon Cristo pronto a togliergli ogni strumento di ricatto e tortura.

E così la brava gente si sveglia una mattina e scopre che i traguardi di una vita non sono più suoi, la tranquillità è merce da acquistare al mercato ove ce lo si possa permettere, assieme alla pensione e alla sanità, perché la salute ora è solo un quadrato di puntini stampati su un pezzo di carta e che raccontano chi vive e chi muore, chi è degno e chi no, chi paga e chi non paga.

Perché noi abbiamo lasciato decidere agli egocentrici dispensatori di bugie, e vili affaristi, quali diritti inalienabili sono ora oggetto di loro gentile concessione e quali no, quali a pagamento e quali no.

E nemmeno si può più ottenere nulla per le vie legali, nemmeno le cose legali stesse, che trovano sempre un illustre marpione pronto a screditarle, ed allora tutto si ha per via illecita, ove non manchi il pelo sullo stomaco e la dignità venga scordata a casa: favori, raccomandazioni, pressioni, piaceri, ma, in fondo, devi solo accettare un piccolo ricatto perché i tuoi diritti ricompaiano immediatamente.

Solo un piccolo ricatto, oppure paghi e i muri crollano davanti alla tua liquidità, se hai un portafoglio gonfio.

Eppure chi lotta e dà l’esempio c’è, chi alza la testa e mette l’ovvio davanti agli occhi di ignobili papponi. E così vive ancora peggio, ma senza strisciare, mentre il mondo oggi sembra essere dei sordi, che nemmeno le cannonate sul popolo inerme sarebbero capaci di svegliare.

Ed allora attendiamo che arrivi anche a noi stessi il ricatto della fame, aspettiamo che il nostro corpo cominci a consumerci ormai privo di sostegni esterni,  aspettiamo che nulla ci potremo permettere più come prima.

Perché così hanno deciso, perché così quegli occhi da serpente hanno fatto trasparire, perché siamo egoisti ed incapaci di unirci in un moto di amore e dignità, perché abbiamo dimenticato cosa sia la vita costruita con il proprio sudore.

Eppure le aquile mangiano i serpenti.

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