Meritiamoci di essere italiani

Prima che iniziasse, vagavamo per la vita con un essere leggero, senza una meta chiara, senza una ragione, con la convinzione che tanto il tempo non sarebbe mai mancato.

So che, per qualche motivo, ogni sforzo che abbiamo fatto da quando tutto questo è cominciato, ci ha esortato ad imparare a camminare, per dirigere i nostri passi verso ciò che eravamo destinati ad incontrare.

Ma quanti passi indietro, quanti incontri in questo tempo che sono state occasioni perse, malgrado storie e persone che avrebbero potuto cambiarci la vita.

Non le abbiamo viste, non ci abbiamo creduto, non abbiamo avuto il coraggio. Sarà per quella menzogna, o forse per un malinteso, ma ora che sarà stampato sulla copertina del libro della nostra vita?

Lo abbiamo visto quel riassunto di numeri errati, ma c’è chi assume quell’atteggiamento altezzoso perché non sa di risplendere dei regali dell’altrui follia: e forse è solo una generazione sbagliata.

Ed ora il compito più gravoso sarà tendere a tutti loro una mano, senza guardare indietro.

“Potrò io vedermi dinanzi agli occhi coloro che ci hanno spogliati, derisi, venduti, e non piangere d’ira?”

Questo sarà l’immane compito, ma per fortuna ancora la vita insiste con i suoi segnali forti, forse immediatamente incomprensibili, ma ispiratori di tutti quegli italiani deboli ed irrimediabilmente romantici che hanno voglia di tornare a respirare.

E sono tanti, tantissimi, brava gente che vuole solo vivere, e forse è solo una generazione benedetta.

Chissà, magari un giorno anche i mostri proveranno la stessa brutta sensazione quando verranno sconfitti: talmente impauriti che altro non potranno chiedere se non la compassione dei loro fratelli che, forse ora più che mai, chiedono giustizia, ma si accontenterebbero anche solo della vendetta.

I mostri non se ne andranno di loro iniziativa, è troppo bello stare là nel cielo mentre in terra si abbatte la tempesta, ed allora chiediamoci perché abbiamo concesso a quelle anime cattive di ergersi ad esempio dei nostri tempi.

E’ l’ora, uniamoci tutti in un solo spirito, perché era destino che per tanti oggi fosse il momento dell’incontro, quello per cui siamo nati, quello per cui siamo stati educati, quello che è scritto nella nostra bandiera, con quei tre colori caldi e freddi che migliaia di folli sognatori ci hanno donato, anche a costo di versare il proprio sangue.

Meritiamoci di essere italiani, forti nel pensiero, forti nella vita.

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