Non vi sopporto più.
Vi vedo passare indifferenti davanti a queste sbarre, mentre penso se sia più giusto ficcarvele nel c…, o augurarvele per tutti i giorni che vi restano da passare ignobilmente nella vostra vita spesa a fare il male.
Chiome viola, chiome lucide con elmetto, chiome a scaglie, chiome vuote, chiome che non perdono mai occasione per mostrare il sadismo che sta dietro quei volti rettili, quegli occhi ebeti, quei ghigni da bastardi, quei corpi deformi o mai sviluppati completamente.
Sì, un leone, così mi sento in queste gabbie che non vi siete accorti quanto poco resistenti siano, ma con me vedo anche tanti canarini, cinguettanti e coloratissime anime belle, che non hanno troppa forza, ma di sicuro hanno zero paura.
Tutti nati per essere liberi, tutti nati per correre e mangiare ciò che si caccia, tutti coi loro colori e le loro criniere, fieri di avere un ruolo in questo mondo, orgogliosi di poter fare la propria parte, tutti qui a far finta che le sbarre possano trattenere il vento, tutti pronti ad agire senza mai dimenticare, quando il vento cambierà direzione.
E mentre da qui osserviamo chi ci disprezza, chi ci odia, chi di noi non sa che farsene, vediamo a terra sempre più piume cadute e portate dalla ventata di indifferenza che sta attraversando i cuori di chi le ha perse, cuori che sempre più si fermano, improvvisamente, cuori di cip cip, e cuori di leone.
E poi arriva qualcuno, ha compreso lo scempio, ha visto il tritacarne che si avvicina sempre più, ed allora ha cambiato idea, ha iniziato a pensare, ha pensato di dubitare. Qualcuno raccoglie le sue piume dal fango e chiede al leone in gabbia se sia possibile reimpiantarle nelle loro code ormai nude, e scende qualche lacrima, e non si può far altro che vedere abbracci.
Ed il leone pensa a quante volte gli hanno detto che la felicità è lasciar passare ciò che fa male, non curarsi di chi ti punta il dito, è focalizzare ciò per cui la vita lo ha dotato di talenti, ma, mentre cerca di non pensare alle sbarre finte che ha davanti, altro non può fare che ricordare che è nato re, che non può abdicare dal dovere di comportarsi con dignità, che non può vivere se non imponendo ciò per cui è nato, perché il rinnegare la propria natura sarebbe una gabbia vera.
Allora lecchiamoci il pelo ancora per un po’, teniamoci belli, puliti ed in forma, guardiamo negli occhi chi ci odia o ci considera attrazioni da circo e mettiamogli paura coi nostri sguardi d’amore fortissimo.
Loro hanno già scelto molte volte nella vita di soccombere ai piedi del nulla, non possono nemmeno pensare che il loro gruppo è tenuto insieme dalla paura e totalmente privo di valori: non potranno mai far male ad un leone che ha dovuto vivere dignitosamente in gabbia, ma nemmeno ad un canarino colorato che ha provato la stessa sorte.
Non esistono sbarre abbastanza forti, non esistono sbarre, ed i leoni da sempre sono stati re invincibili: provate a guardarli negli occhi ed a spaventarli se ne siete capaci!