Le rose, le spine e le mille inutili domande

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Perché lei viveva nell’incertezza e anche quando aveva in mano qualcosa, si chiedeva immediatamente quanto tempo ci avrebbe messo a farla cadere in terra e a perderla.

E allora quella maglietta non la metteva mai perché sicuramente si sarebbe macchiata di quell’unto che non va via… ma che rabbia!

Non mangiava i mirtilli che sono indelebili sulla tovaglia, e la macchina dove la parcheggio che poi me la prendono a sportellate, che poi guarda che schifo qui dentro?

Ma lei che diceva, che pensava veramente mentre viveva sana da malata, con la testa nel domani e nell’ieri, ma mai in quell’oggi che stava vivendo, come un cane al guinzaglio, obbediente a chi gli dice sempre che fare, mentre invidia il gatto che se ne infischia sonoramente delle umane gerarchie?

E via una domanda dietro l’altra, un alibi dietro l’altro, un sogno irrealizzato dietro l’altro… sempre dietro l’altro, mai davanti, mai a testa alta, mai col coraggio di dire e di fare ciò che è nata per dire e per fare, consapevolmente naturale, naturalmente consapevole.

Così i treni passano, e cosa dice la mamma, cosa dice la sorella, cosa dice la nonna, cosa dice chi? E a tutte le signore “cosa dice”, cosa è stato detto anni addietro, mentre vivevano negli schemi della loro società già malata che ha partorito tempi deformi?

Poi la mattina esce la luce, poi la mattina il fiore sboccia e lei lo vede, finalmente, e qualcosa ricompone il puzzle, arriva la serenità, tutto è al posto giusto e lei si accorge che la vita ora è adesso ed è esattamente come è giusta che sia per lei, solo per lei, ed anche trovare chi ringraziare diventa superfluo.

Ora le parole “unica”, “irripetibile”, acquisiscono un significato chiaro, la visione di sé, e la macchia non è la fine del mondo, e la smagliatura non è un granché, ma cresce la voglia di trovare un colpevole per tutto questo benessere.

Consapevole e silenziosa, sorridente e bambina, e anche il tempo buttato non è più un problema ora che sa che tutto quello che non serve per vivere ora, deve semplicemente essere buttato.

Ferma ad osservare ogni piccola cosa succeda al mondo, mai più distratta e frettolosa, sa che non c’è un inizio ed una fine, ma c’è il fare di un cuore che batte, batte meglio che può, bellissima come una rosa che non ha paura di mostrare le sue spine.

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