L’acqua sale alla luce e vi si fonde

Quel genio di Montale, capace di trovare le parole che tutti cercano mentre osservano l’orizzonte con tanti colori, quella linea in cui il mare diventa cielo.

Luce e acqua, due poesie che possiamo vedere, ma stringere mai, ed entrambe sono ciò che serve al mondo per continuare ad essere azzurro.

Acqua che genera la vita, che equilibra ciò che bagna, che ci insegna a prendere la forma del mondo in cui viviamo, che è così preziosa da essere la prima cosa che l’uomo cerca in ogni esplorazione.

Acqua che dovrebbe essere di tutti, non solo quando piove, acqua che con la sua sorella luce ti mostra l’iride lì, in alto nel cielo.

Acqua che sembra tanta, ed è tanta, ma anche tanto facile da sporcare, sciupare e nascondere.

Così alto il suo valore, imprescindibile per il nostro organismo, che è oggetto di attenzioni di chi sempre vuole tutto per se, forse convinto che sia quello lo scopo per cui siamo nati.

Acqua che sembra inerme e a tratti remissiva, pronta ad evaporare quando la luce le scalda il cuore, si trasforma in belva indomabile quando la natura la chiama alla ribellione sull’uomo.

Così ne chiediamo sempre di più, così pensiamo sia disponibile a tutti, così ne usiamo male gran parte, e malissimo quando l’industria la rende malata, acida e radioattiva.

Ma non è infinita, e la dovremmo rispettare, prima che l’ultimo essere vivente si renda conto che anch’esso è destinato a morire di sete in un mondo che, per la maggior parte, è coperto di azzurro.

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