Magari è quando aspetti per ore una telefonata e… drin drin.

Magari è quando calpesti la sabbia dopo un anno di freddo.

E gli occhi di un bambino incantato mentre sogna i suoi calciatori preferiti, quanta felicità valgono? Di più o di meno di quelli di una bambina con in mano la sua bambola nuova con i capelli biondi?

O forse è felicità il semplice fatto di potersi permettere il lusso di essere qui a chiedersi cosa sia questa emozione, qualcosa di raro ultimamente, come il tempo da dedicare a se stessi.

Felicità è quello stato d’animo raggiunto il quale non si desidera nient’altro, dicono, ma il mondo gira gira gira, e nemmeno gli stati d’animo rimangono stabili, e quindi sempre in guerra sognando la felicità, una prossima felicità che avremo se…

Forse felice è il leone quando inizia a correre la mattina, o forse lo è la gazzella quando smette la sera, ma ancora una volta penso a questo momento in cui parlare di felicità mi rende leggero.

Felicità è vedere gli altri felici intorno a me, e pensare che un poco sia anche un po’ merito mio.

Felicità è la consapevolezza che al mondo non succede mai niente, che se osservi, se non sei distratto, in ogni momento accadono milioni di cose e tu non puoi controllarne nemmeno una. Sei lì da solo, inebetito, ad osservare baci e abbracci, latrati e miagolii, foglie che cadono e fiori che sbocciano, mentre dentro alle vene il sangue pulsa caldo, e tu non ci avevi mai fatto caso.

E allora la felicità è non essere distratti da cose che non ci servono, ma a cui diamo grande importanza perché forse non sappiamo bene che farne della nostra vita, finché un giorno, inaspettatamente, suona un telefono, arriva un messaggio, un pugno ti prende sul naso e scatta quella molla che ti ordina di essere felice, a qualunque costo, al prezzo di qualsiasi sacrificio.

Siamo tutti in vigile attesa della felicità, e basta un lampo per scatenare la tempesta.

Fermati e osserva, non succede mai niente, in questo mondo, e tra le cose che prima o poi succederanno e che tu sarai felice.