Faccio finta di non vedere, faccio finta di non sentire.
Non rispondo, non provoco, ma non è vero che non giudico.
Non punto il dito, misuro la distanza tra le parole a caldo e la realtà a freddo, il freddo dei morti che si fidano, il gelo di chi ha paura, ibernati in una favola di streghe cattive che mangiano bambini.
E allora mi impegno ad ignorare, penso a come non pensare a ciò che sembra aver sostituito l’aria che respiro, presente ovunque ed in ogni momento, negativa melassa energetica che opprime e schiaccia ogni cosa che prima era bella.
Mi metto in ascolto di me stesso, cerco di mettere la mente in disparte, così che non si connetta più con la realtà che esiste solo perché la raccontano, ed io possa tornare a vedere le cose come sono veramente.
E’ arrivata veramente l’ora del distanziamento, della vera solitudine che merita un cuore buono che non batte per le urla delle persone, né si altera per i dispiaceri del passato, o preoccupazioni per il futuro, né per ciò che sente nel presente.
E’ ora di meditare, è ora di sentire l’uomo, è ora di ascoltare il pulsare del sangue che scorre caldo nelle vene di chi è nato da una mamma e da un papà, è ora di riscoprire quella passione dentro di me che devo far giocare leggera come quando ero bambino, perché come il vento soffia attraverso le sbarre, così la passione penetra in una mente che non sa cosa sia la meditazione.
E allora la ritiro quella mente, resto immobile… non sarò più qui, perché qui è sofferenza e preoccupazione, e già troppe anime non hanno resistito, mentre io non voglio che si veda cosa esprimono i miei occhi.
Stelline mie, fermatevi subito, buttate ciò che non vi causi immediatamente un sorriso, non fatevi prendere mai dalla voglia di prevalere sugli altri che non siate voi, correte dietro solo ad ogni fantasia che scaturisce dal seme che vi ha dato la vita.
E se qualche volta non ci riuscirete, come capita spesso a me, non vi preoccupate, non sarà successo niente, la vita sarà ancora lì seduta in cima alla montagna a guardarvi mentre vi rialzate e vi allenate più forte per la prossima battagla che verrà a cercarvi, mentre voi guardate la notte illuminata.
No, non è una vacanza, non è distacco, è sentire il pelo morbido di un gattino sotto le dita di una mano e scoprire che fai solletico alle stelle, che la nostra vita altro non è che la luce del sole mescolata all’amore di mamma e papà, e che se riesci a trovare in te quella luce, niente ti farà più paura.
Siate felici senza cercare niente, senza dover essere qualcuno.
Di doman non v’è certezza.