La felicità è una scelta, e tu sei il primo che deve voler essere felice, e non ci sono soldi abbastanza, ma serve la conoscenza per poter fare sempre ciò che ti piace.
Quanti saggi vissero infelici, quante persone hanno abbandonato questa terra lasciando maggiorato il saldo complessivo della felicità?
E forse è il vedere lì a due passi da noi una felicità possibile che ci rende infelici, così ci viene in mente di acquistarla in cambio di qualche anima che teniamo nascosta in una tasca interna.
Eppure la felicità c’è quando non rinviamo più di vivere così come vorremmo fare da un po’, mentre da quel momento in cui lo abbiamo capito, abbiamo permesso agli alibi di farci comandare e presentarci omologati.
Allora capita che parti e ti trovi in un oceano nero tutto trasparente, dove le profonde acque che ti arrivano alle ginocchia ti cancellano ogni pena in un secondo, quell’ultimo secondo di un viaggio non poi così lungo, e che hai fatto trattenendo il fiato.
Ognuno ha il suo viaggio sulle schiena, e quella strada in mezzo ai fiori gialli è ora che inizi a sentire i tuoi passi, perché quello di buono che lasci rimane lì innamorato ad aspettarti, e tutto il resto si cancella come le nuvole con un po’ di vento.
Felici e lontani dal male che pungeva come una vespa impazzita, ora più forti, ora più grandi, ora sulla strada maestra, senza paura delle nostre spine, totalmente consapevoli della nostra unicità di cui andare fieri.