Gli occhi guardano un orizzonte che non credono possa esistere e sono le gocce di pioggia sull’impermeabile troppo grosso che fanno venire i primi brividi, così freddi che la panna non si scioglie nella cioccolata.
Così c’è bisogno di calore in estate e le spiagge bagnate sono ai monti, mentre la città scorreva sulla destra in una fila di racconti di storie di un passato che non aveva insegnato abbastanza.
Ma poi un’anima cresce e annusa il suo destino a cui aggrapparsi con tenacia, a qualunque costo, così il vento sfiora le guance come un prego segue un grazie celestiale, perché in quel monte così sacro qualcuno ci sta vegliando.
Perché oggi, perché così, perché tutto è così nuovo mentre nessuno, guardando, capirebbe niente?
E allora grazie per quel piatto enorme che accontenta la folla che festeggia il primo giorno bello, che a tavola sono solo in due.
E allora prego, con una carezza su una guancia che porta al paradiso mentre a nessuno era mai capitato.
Ed emozione dopo emozione, i corpi dormono abbracciati, certi di aver meritato quella serenità che tanto poi sarà dolore, il dolore del distacco capace di far piangere anche i bambini ormai grandi.
E la corsa si interrompe, le lacrime esplodono in un attimo tremendo, i trucchi rigano il volto, e all’orizzonte c’è già un domani qualunque in cui veleno è l’aria che si respira.
Ma noi sappiamo chi siamo, noi siamo stati plasmati per essere lì in quel momento, mente altri sorridono al nulla che presto si metterà a fare il suo lavoro, mentre stanco guardi una panchina dove promettesti ed oggi prometti ancora.
E allora piangi d’emozione, mostri il cuore mentre scoppia ora non più solitario, perché quel dono sia inciso sulla tua pelle, perché la tua strada sia ferrata come quella dei treni che sbuffano fin lassù, mentre l’acqua ha ormai smesso di cadere ed i ricordi fanno piangere d’emozione, perché ti accontenti di un piccolo divano, perché ti fai bastare il tempo di un batter d’occhio, perché tenersi per mano è il gesto più coraggioso del mondo, mentre non puoi accettare di vivere la vita di altri, quelli che non sanno cosa sia l’abbandono e la cura per noi.