Non gliela dare questa brutta immagine di te, la forza che ti ha portato fin qui non ti abbandonerà ora che sei triste e ti senti solo.
Poi penseranno che tu sia spensierato, che in fondo tu non abbia i loro impegni, le loro scadenze, che tu sia un privilegiato, ma tutto ciò solo perché sei stato troppo disponibile, troppo presente… e che devono pensare?
Sei troppo gentile, non vuoi scontentare nessuno, e chissà perché scontenti tutti.
Ma poi non fare tragedie, il mondo è un gioco di ruoli e quando tu ti sei accorto di tutte le mine che galleggiavano nel tuo mare ti hanno deriso, ti hanno rinchiuso, ed ora sei vivo e felice che a te sia toccata la sorte del sorcio che come quel brutto anatroccolo, poi è diventato un bellissimo cigno.
Cosa toccherà agli altri?
E’ il momento di ritrovare l’immagine di se stessi non più mischiata con altre che la snaturavano, perché è il sé che conta, non l’insieme.
E allora asciugati ste lacrime, che non sono il segno di una umanità che ha voglia di ammantare la vita di tutte le persone che incontri, ma solo l’evidenza della tua presunta debolezza agli occhi di chi ha sempre le sue risposte per ogni cosa che anche tu abbia contribuito a fornirgli.
Zitto e buono, niente cortesissime debolezze, che poi ti fanno sentire un po’ così, ma nuove immagini consapevoli che il dolore apre e prepara per nuove strade, mentre il tuo albero fa nuove foglie,
Non è giusto? Non ti va?
Sono problemi tuoi quello che pensi, non fregherà niente a nessuno, ma sappi che se sarai umanamente disponibile sarai trattato da debole, mentre se otterrai i tuoi risultati con i sacrifici di un toro nella corrida, si parlerà di fortuna e privilegio.
In ogni caso perderai, ma coraggio, la giustizia non è di questo mondo, mentre sarà lo specchio domani mattina a dirti se sarai nel giusto, oppure no.
E mentre la stanchezza ti assalirà come una belva selvaggia affamata, queste righe ti frulleranno per la mente e non avrai pace mentre ti starai chiedendo il perché di tante cose, e quando sfinito arriverai a voler abbandonare il campo, scoprirai che c’è solo un problema a questo mondo, un tarlo che non ti molla mai fino a quando non vieni a sapere della sua esistenza, ed è questa malsana voglia di volersi dare spiegazioni, chiedersi il perché di tutto ciò che ci capita, addirittura il perché del non essere compresi dagli altri, mentre sarebbe molto saggio accettare di essere diversi, unici e, forse, incomprensibili.
E che non capiti più di sentire addosso quel freddo!