Sempre pronti al peggio domani, sicuri dei crolli repentini, dei disastri imminenti, delle guerre mondiali.
Ma tre mesi non bastano perché succeda una cosa bella, non siamo progettati per vedere il bene lì, appena oltre il nostro naso, pronto ad inebriarci domani.
Il mondo può sgonfiarsi e diventare piatto in un lampo, ma un albero bello cresce in 10 anni e manco fa rumore.
Eh, ma chi lo ha detto?
Lo dicono quelli che vivono imbrigliando il bene negli schemi degli altri.
Il bene a scadenza annuale.
Tra un anno vado in ferie, tra un anno è il mio compleanno, tra un anno è Natale… ma di doman non v’è certezza, domani c’è la fine del mondo che ha spiegato la TV.
E poi alzi gli occhi e c’è un regalo per te a cui tu non fai caso, perché solo il male è improvviso, immediatamente fulminante.
Il bene no, e nemmeno coloro che chiedono al buon Dio un miracolo poi non ne scorgono i segnali, perché ciechi ad ogni bene, si attendono che si presenti da loro Dio stesso con la soluzione più adeguata.
Ma forse non siete più capaci di stupirvi di niente.
La finta realtà vi ha talmente intasato il cervello che, in primis, ha costretto i neuroni ad emigrare, e poi… avete scordato quando eravate bambini?
Ogni minuto una novità, una sorpresa, una cosa nuova, una scoperta?
E secondo voi, cosa è cambiato? Il mondo o la gabbia triste sempre accesa che vi dice sempre che va tutto male, che bisogna aver paura…?
Un giorno arriva un messaggio, squilla un telefono, sbatti la faccia contro qualcuno distratto, e che può succedere?
Non conta se sei nel mezzo di una notte piovosa o una mattina gelata, e nemmeno se all’inizio sembra tutto un inutile fastidio, ma inizi a fare quelle scale e poi ti trovi presto a chiederti come mai tutto ciò ti faccia stare bene, come mai capiti a te, non certo di meritare la manna che ti cade sulla testa.
Un giorno, una settimana, un mese, un trimestre… non esistono, tu sei qui ora, adesso, ad osservare l’acqua che scorre nel tuo fiume: puoi aspettare niente, puoi aspettare il cadavere del tuo nemico, ma puoi anche osservare bene tra le limpide tue acque cosa vi possa essere di bello per te in questo momento.
Ti alzeresti col tuo bene per mano in men che non si dica, ogni dolore e pensiero sarebbero dimenticati in un secondo e cominceresti a cantare quelle canzoni che parlano di te, di voi, di noi, e dei nostri tempi in cui finalmente scopri che vi sono anche persone meravigliose.
E le bombe non scoppiano più, le guerre vanno via, e scopri quanti secondi preziosi hai sprecato avendo paura di un male architettato per serrare la tua gabbia.
Alza gli occhi, apri le braccia, se sei arrivato fin qui è già stato previsto tutto ciò che ti serve. È già lì con te, abbraccialo senza paura.
Anzi fai così, buca il pallone del mondo, sgonfia il regno del male, appiattiscilo, e soffia in un palloncino tutto per te, del colore che vuoi, da condividere con chi vuoi.
Ci vuole un attimo, poi sei felice.