Beato chi la testa ce l’ha ancora e pensante, ma poi funziona troppo, piena di pensieri, piena di vuoti da riempire.
La strada che scorre via, con quelle note parecchissimo romantiche che entrano così forte nelle orecchie, senza respiro, mentre le tempie sono al caldo del sole che in primavera le accarezza senza stringerle.
Ho un messaggio da consegnare, una supplica di mille voci che sempre cercano pace, col magone sotto il sole di primavera che quando arriva ti senti debole per un po’, ma non so sotto quale finestra cantare la mia storia, non so a chi e come devo portare questo messaggio di dolore di chi ha la sabbia nella gola e chiede pietà a chi la sabbia ce l’ha nel cuore e negli occhi.
Quella sabbia che blocca gli ingranaggi dell’amore, mentre le anime in pena cercano almeno un osso da rosicchiare che di più non puoi sperare e ti accontenti, e mentre per il pane manca il grano perché c’è chi preferisce digerire le bombe, negli occhi brillano due stelle che illuminano il sorriso di quelli che sono irrimediabilmente buoni, buoni di fare niente, buoni solo di essere buoni con gli altri che se ne approfittano.
I boccioli dei fiori di poesia, ed io queste parole, che rubo al bambino che ho dentro, le dedico a te che sei tanto e sei tanti, che le pene sono dolci se qualcuno ti dona la pace, mentre la nostra bandiera consumata e stinta sventola al sole di primavera ed io vengo appresso al vento che ci accarezza.
L’Italia così bella da fare danno, e la testa piena di pensieri che non può stare senza sentire il fiato di chi ama il mondo intero, e il cuore batte forte in questo paradiso della follia, dove ogni cosa è esagerata, temporaneamente infinita, incerta e pericolosa come quei fiori che si chiudono coi loro dentoni se li sfiori.
Ma ci sarà qualcuno a cui poter portare la mia supplica? Un vile qualunque.
Affacciati alla finestra tu che comandi e senti sta canzone, che col sangue che mi bolle nelle vene, se non riesco a spiegarti tutto non mi resta altro che morire in un bellissimo prato verde, con la testa piena di pensieri, ed il sole di primavera che scalda la terra.
Io ti cerco, non mollo, non mi stanco di camminare con in mano il mio messaggio scritto su uno sgualcito foglio di carta, mentre la notte diventa scura senza farmi paura, ed il cuore fa bum bum.
Voglio vedere nei tuoi occhi cosa vive chi è venuto su questa terra per sbaglio e non comprende i buoni che non hanno mai impedito ai furbi di costruire ricchezze infinite, chiedendo solo di poter vivere la loro vita semplice, sempre in attesa del sole di primavera che pulisce l’aria e le anime dopo il freddo in cui l’invisibile diventa orribile.
Dimmi dove sei, dimmi a quale finestra devo buttare la mia pietra, fatti vedere, ho la mia supplica per te, che ti consegnerò anche se dovrò vivere la mia vita appresso a te, perché è ormai tempo che questa notte lasci il posto ad un bel sole rosso del mattino e dalla mia testa, finalmente, escano certi pensieri.