E ci risiamo, è lunedì, che vorresti che ci fosse il sole ma tanto oggi non hai niente da scaldare.
Perché mentre il tempo se ne va, e dentro hai solo voglia di cantare, ti chiedi cosa sia quella cosa particolare da fare e per cui proprio tu sei venuto, unico, al mondo e se vale veramente la pena fare tutte le altre cose che fanno già tutti.
È lunedì, un lunedì tra i tanti passati in 58 anni ed in cui lo sguardo attraversa l’agenda come un proiettile e visualizza il venerdì sera e voglia di lavorare saltami addosso.
Ma che t’o dico a fa’? Spezzi il ritmo e poi ripartire col motore ormai freddo è dura e tutto diventa un devo, non un voglio, anche quello che due giorni fa sembrava un sogno meraviglioso.
Non fa niente, ma il fa niente non ha mai lavorato ed allora torna quella domanda cattiva a cui rispondere non saprei.
Seguo il mio destino e punto, che t’o dico a fa’? Ho sbattuto contro il mio destino, ho visto chiaro in un lampo nelle parole di chi non ti aspettavi, e quello che ho maturato in una vita ora so perché è venuto.
Così ho parlato con Dio, ho cercato di spiegare le mie ragioni, ma già sapeva tutto e per quello non mi giudicava, perché non ne aveva bisogno, ma la sua testimonianza mi si è tatuata sulla pelle, un bruciore dolce come una carezza della mamma, un Dio preoccupato che io potessi non essere felice.
Ma che t’o dico a fa’?
È ora di rientrare, la nebbia sfuma la domenica in lunedì, e il tempo scorre finalmente tranquillo, con gli occhi negli occhi e la mano nella mano, il motore che rimane caldo e le parole che scivolano per toccare anima e cuore a te che leggi.
Perché sei tu la mia ispirazione, tu sei quando non vedo, ma sento che ci sei, ed allora i miei talenti si esaltano come lassù pensavano che avrei dovuto far fruttare.
Ma tanto poi non si molla mai.
Ma che t’o dico a fa’?