Cenerentolo

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E’ solo un’onda, un movimento certe volte dolce e certe volte no, che ti spinge e poi ti attrae, che quando vedi arrivare cerchi di sfuggire ai brividi di freddo e poi, dopo un momento senti un benessere inaspettato, mentre sotto i tuoi piedi viene a mancare l’appoggio mentre la schiuma si ritira.

E’ sempre un’onda, anche in quei momenti in cui sei forte, o tale ti senti, perché tanti sono lì a chiedere l’aria nei polmoni, e tu sei convinto che essendoci per tutti non mancherai mai per te stesso. Ma non è così, nella sabbia non si gettano fondamenta, è solo un impasto instabile e mobile che può inghiottirti, dimenticandosi di te in un attimo.

E’ lavoro, il lavoro è un’onda, il successo è un’onda a cui non credere perché l’acqua è capace di prendere qualsiasi forma, la tua compresa, illudendoti che sia al tuo servizio, mentre sei tu che servi il mondo, sei tu che servi, e quando credi di poterti fermare perché ritieni di aver maturato un qualsiasi diritto di riconoscenza, ti accorgi che il giocattolo si rompe subito e tutte le aspettative che avevi creato nelle persone si trasformano in odio, in sensazione di abbandono che ti vorranno far pagare.

Lavori come un matto, ci credi e guardi in alto, ben oltre il materiale delle tue fatture, consapevole che la leadership sia solitudine implacabile, e ti vuoi convincere che non ti aspetti nulla in cambio, ma arriva quel momento in cui qualcuno vicino lo vorresti, qualcuno che ti chieda “Come stai?” ti aiuterebbe un pochino, e non c’è nessuno, perché tu non puoi chiedere, tu puoi solo dare, in eterno, senza mai fine, ora che sei riuscito a far credere a tanti che loro si meritano le tue attenzioni, il tuo tempo, il tuo equilibrio sulla sabbia.

Rimani in cucina a fare lo sguattero delle sorellastre e dei fratellastri, non sei più importante per chi aveva i suoi sogni che non erano i tuoi, arrivi a pensare di essere solo un pezzo di buona carne che parlava, perché non c’è amicizia, non c’è rispetto, c’è la presunzione di un merito che tu non hai mai sostenuto, ma hai sorriso troppe volte a chi non lo meritava, mentre le onde si infrangevano su quella spiaggia in cui tenevi i piedi in acqua perché non si scottassero appena più su.

Cenerentolo va avanti a fare il suo lavoro umile ma importante, onesto e dignitoso, senza aspettarsi premi o principesse rosa ispiratrici, ma con in fondo al cuore la consapevolezza che il puzzle si stia componendo per ridisegnare una immagine fantastica, un’immagine che si erige sull’amore e non sulla necessità di tappare buchi nella sabbia che ogni onda porta via con quel solletico che strappa un sorriso melanconico.

Uno sguardo triste fino a quando gli occhi vedono quella nuova alba che era lì da sempre in attesa di darti una mano, in cambio di niente.

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