Conosco persone che stanno su quell’albero, a fare niente, a pensare, perché pensano che quella sia la libertà invendibile a prescindere dal prezzo.
Già, pensano di essere liberi, come quei platonici cavernicoli che avevano paura di guardare oltre la soglia, e giudicano gli altri forse perché l’albero dà loro un senso di superiorità, di altezza.
Ma, in fondo, in natura il rifugio sull’albero è ciò che cerca chi ha paura, chi vuole star tranquillo, ma chi scappa e si arrampica non è libero.
Ed allora cantiamo che la libertà non è star sopra un albero, la libertà è partecipazione, un qualcosa che non ha prezzo e non può essere ceduta, mentre un prezzo ha la codardia e la mancanza di onore, la rapida ascesa nella gabbia di foglie da cui puoi solo vedere gli altri, liberi, che lottano.
Eh sì, partecipare vuol dire anche lottare, manifestare, escludendo il pensiero che vi sia un prezzo da pagare, perché se paghi non sei libero, perché se accetti le condizioni e ti pieghi per un tuo diritto, quel diritto non sarà mai tuo.
Quante persone vedo sugli alberi e che si credono liberi come uccelli, ma che non osano spiccare il volo perché sono consapevoli della loro finzione, delle loro ali di cera che già in una storia furono rovinosamente raccontate.
Persone che si sono messe in fila per un senso stonato di libertà, per un treno, per un’aula, per una vacanza o un lavoro a cui è stata data più importanza della vita stessa.
Sì, passate la vostra vita a credere di votare, e subito dopo a delegare, e vi piace tanto farvi comandare, ma questa la chiamate libertà, e vi fa comodo perché vi lasciano avere una opinione, ma è inutile che cerchiate uno spazio libero, non vi servirà a niente chiedere alle fronde di un albero la sua protezione, perché te lo dico io dopo tanti altri, libertà è partecipazione.
E partecipazione è onore e sacrificio, è sangue da versare, senza nulla da vendere o da comprare, ma solo un sogno che si concretizza nella propria fantasia, perché la libertà la trovi solo nella tua vera democrazia.