Eccoci, ci siamo, l’ultimo sforzo e siamo in cima alla scala che quest’anno abbiamo deciso di salire.

È solo il traguardo che ci eravamo fissati, e forse avremmo potuto osare di più, perché questa salita porta fino alle stelle.

Ogni risultato di cui ci possiamo vantare non è che solo una tappa di un viaggio che mai avrà fine.

Forse siamo stanchi, forse siamo preoccupati per quelli che saranno i prossimi pendii. Sappiamo che richiederanno le stesse energie già profuse in passato per calpestare gli stessi sassi che lastricano da tempo una strada piena di buche, col tuo carattere che viene da lontano, quando quel bambino ha imparato a dire di no a tutto ciò che era falso ed a schivare i colpi bassi.

Solo un gradino, mentre mille altri appaiono in un orizzonte pieno di nuvole nere, ma un passo più in alto per comprendere bene cosa c’è attorno a noi, chi sono i compagni di viaggio, i loro comportamenti che presto tornerai a vedere tal quali, in una follia egoistica in cui la luna si nasconde dietro un dito, dimenticando chi sei perché in quel momento non sei, abbagliati da un sole che ha scottato per sempre la pelle che presto o tardi lascerà nudo il corpo.

Vogliamo vivere, vogliamo star bene, vogliamo il privilegio di poterci permettere di ignorare che, in fondo, la scala la puoi salire ma non è permesso fermarsi nel mezzo, e ci piace pensare che quello che ai nostri occhi provoca fastidio, altro non sia che un problema degli altri, in una corsa ad occhi bendati, in un mondo in cui ci si sente dei forti in mezzo a tanti che sono stremati, in cui il benessere è fare la coda sotto il sole per prendere quel raggio di sole che brilla anche sopra casa tua.

E allora facciamo questo ultimo passo, poi sogniamo una vita che si prende una pausa fino a quando sarà nostro destino svegliarci là, nella tempesta dove oggi sappiamo che finiremo, come se fosse possibile smettere di respirare per un po’, come se tra tutte le persone che abbiamo lasciato indietro non ci sia posto anche per noi, come se quelle persone possano mai dimenticare ciò che è stato ed accettare ora una imposta insignificante esistenza.

La salita si fa più ripida e per il prossimo gradino la strada è ancora più lunga, ma come in ogni giungla che si rispetti, è ora di vedere chi è leone, chi è gazzella e chi è serpente, che chi correndo e chi strisciando, riuscirà a sopravvivere fino al prossimo sorgere del sole.