Quanto fa male decidere di far sparire tutti gli altri e poter vivere quella vita che siamo nati per vivere, nascondendosi dietro il sole accecante senza che nessuno possa vederci, seduti sulla luna di giorno mentre nessuno può vederla?
E invece i se, i ma, i però che ci riempiono la testa mentre il mondo gira e noi siamo così distratti per vedere quell’incanto in cui siamo immersi e di cui respiriamo l’alito.
Perché noi pensiamo di essere ciò che crediamo di pensare, mentre non siamo nemmeno ciò che pensiamo di credere, ma siamo soltanto ciò che facciamo: il fare è l’unica cosa che conta, l’immediato valore che spargiamo in questo mondo in cui ci sono anime gentili che si nutrono di quel vento che sappiamo alzare, e che trasporta il polline da cui nascono i bei fiori.
Mesi di tormenti, anni di lamenti, con le parole che corrono troppo forti nelle menti piene di domande inutili fatte solo per lavarsi una coscienza ormai indelebile, e che ci picchia duro se non stiamo nelle regole degli altri, per noi così stringenti ed assurde, in un frastuono di sentimenti che dal basso ci fanno esplodere nella più totale insoddisfazione che negheremo per troppo tempo.
E allora ci facciamo male perché questo incanto lo vediamo imperfetto, da correggere per mostrarci agli altri senza difetti e insicurezze, senza il minimo stupore perché anche oggi respiriamo quell’alito che qualcosa riconosce parte di noi per sempre, semplicemente incantevole, semplicemente appiccicato a noi come l’umido sulle labbra.
Così vorremmo un petto su cui appoggiare la nostra testa un attimo prima di addormentarci, mentre il sole, che non sai di notte dove va a finire, acceca tutti gli altri per renderci incantevolmente invisibili, quegli altri da far sparire subito con un pensiero leggero.
E tutte le immagini di quel giorno scorrono veloci su di noi per finire in una memoria che riapriremo quando saranno incredibilmente sbiadite, perché credevamo di meritare qualcosa ed invece ci siamo meritati solo l’oblio di chi non fa, di chi non urla, di chi non fa il letto la mattina, di chi vive nel rancore di un passato che non esiste più, senza stupirsi di tutto ciò che succede in ogni istante e che egli considera niente.
Noi siamo questo momento, ed in questo momento dobbiamo fare ciò che serve per rendere questo momento un incanto, lasciando fuori gli altri ed ogni cosa non necessaria alla nostra mente, perché non è il loro plauso che ci farà battere il cuore, bensì la consapevolezza che la totale vulnerabilità, il difetto, l’imperfezione, è ciò che siamo noi guerrieri e che portiamo in battaglia, per vincere, per perdere, ma unici al mondo a vivere questo incantevole momento.