Perché non sono una preda, perché non ho il pelo ed una coda, perché ora di sta paura che ci spinge tutti nella trappola mi sono rotto il cazzo.
Che si spezzino le funi, che il tuono sfondi i cieli, e gli animi impauriti si rendano conto quanto i disastri della vita siano ormai diventati nulla davanti a questa oscena pressione che i cacciatori imprimono dall’alto dei loro cavalli.
La manipolazione a sangue attende ognuno di noi appena svegli la mattina.
Non ho più nemmeno il diritto di soffrire come la vita mi ha insegnato, perché tutta l’attenzione del mio essere vigile è rivolta a gente che suona il corno di caccia ed aizza i suoi cani pulciosi contro persone inermi, senza ricordare cosa potrebbero fare le mamme se alzassero la testa tutte insieme.
E poi direte che sono violente, illiberali, no qualcosa che vi inventerete. Bastardi!
E mi sono rotto il cazzo, non sopporto più questo circo schifoso e putrido di quaquaraqua in uniforme da merde.
E’ pieno di lacché che non si sa in quale buco hanno la loro fetida lingua mentre i loro padroni stringono le loro natiche secche.
Sono solo dei servi.
Non abbiamo nemmeno più il diritto di morire come Dio ha voluto, hanno sentenziato la morte di ogni sentimento gentile e di fratellanza, distrutto cultura e tradizione, mentre l’urlo della bestia schifosa si fa alto e stridulo a terrorizzare il serpente a sonagli, con quegli occhi inespressivi che oscurano lo sguardo del cobra. Hanno rotto il cazzo, non sono una preda, non siamo animali, ma continuano la loro battuta di caccia, hanno disintegrato il nostro mondo modesto ma dignitoso, e pensano di poter far finta di niente per sempre.
E poi lamentano la loro paura che sale, loro teneri terroristi dal cuore di pietra e la mano insanguinata, che si indignano se solo vola un pensiero o una domanda, loro nazi ignoranti. Ma non sarà la rabbia la mia arma, non voglio ferire me stesso non ragionando come non ragiona la bestia al comando, che ogni giorno toglie il sonno e la vita a tante persone. Spero invece che questa notte basti per sfogare l’odio che ormai alberga nei nostri cuori, affinché non sia la violenza, ma la giustizia a prevalere, e che la bestia venga uccisa, e che non lasci traccia su questa terra.
E mi sono rotto il cazzo anche di ascoltare, e mi sono rotto il cazzo anche di guardare, e mi sono rotto il cazzo che voi mi veniate a cercare quando io di voi vorrei solo apprezzare la lontananza, nemmeno più il ricordo, nemmeno più un alito di vita, perché la vostra, vita non è affatto. Perché voi siete su questa terra per rompere il cazzo, ed è l’unica cosa che siete in grado di fare bene come i grandi carnefici vi ordinano.
E allora non vi maledico perché il suono delle mie parole non rovini quel momento che presto o tardi il mondo intero vorrà riservarvi, mentre cercheremo la giustizia, accontentandoci eventualmente solo della vendetta. Io non so come avete potuto avere l’ardire di fare tutto questo, voi non capirete perché il mondo intero vi farà pagare un conto così alto.
Perché ogni giorno io sarò in prima fila a dar coraggio ai miei fratelli che voi giocate a spaventare, per poi obbligare ad una falsa soluzione ad un problema di cui ormai non avete più il controllo, e lo farò in piedi perché è così che preferisco morire, piuttosto che vivere strisciando come siete abituati a fare.
Mi sono rotto il cazzo, è tempo che si scuotano i cieli e la bestia sappia che ha fatto male i suoi conti, ed è ormai tardi per confessare verità che già conosciamo. Non c’è perdono da oggi, non c’è dialogo con chi sapeva e non si è fermato, non c’è danno che potrete riparare.
Il gregge s’è fatto lupo, e il serpente sarà schiacciato una volta per tutte, e quando il mondo vi brucerà tutti sapranno perché vi hanno dato fuoco.
Mi sono rotto il cazzo.