Buonanotte a chi non si arrende e aspetta il domani per continuare a lottare

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Certe volte cadi, e lì tutti possono vedere se sei della categoria di quelli che si rialzano in un gesto che si ritiene memorabile, o un fallito che rimane a terra a piangere.

Nella vita cadi, nella vita ti fai male, nella vita sbagli, siamo fatti così, tutti quanti.

Ma quanto puoi andare avanti a sbagliare, o a scegliere di sbagliare, perché perseverando non è lo sbaglio in sè che conta, ma il fatto di aver scelto quel comportamento senza mai fermarti a farti domande.

Nella nostra vita c’è chi si sveglia la mattina ed a volte inizia a correre per fare qualcosa di buono, mentre spesso deve invece correre per non frsi mangiare da chi sbaglia, ma, in questi casi, il fuggire diventa illecito e l’errare furbo.

E’ il mondo che va alla rovescia, una vita liquida, un liquame, dove galleggia chi è veramente stronzo.

E milioni di corridori la mattina partono senza mai arrendersi, sono andati a nanna già sapendo cosa fare appena alzati, perché è destino, perché è nel sangue, perché si nasce per combattere, si cresce imparando ad avere pazienza per aspettare il giorno da leone, come i fiori fragili che non si scoraggiano anche quando i petali si sciupano un po’.

Ma poi qual è l’alternativa, quale sport potremmo praticare garantiti che non faccia male, quante botte dovremo prendere per dimostrare a noi stessi che siamo nati per combattere e lottare ogni giorno?

E poi guardati in giro. Vedi forse dei marines con il fucile?

Io vedo corpi esili, sguardi gentili, certe volte assonnati, struccati ed arruffati, ma determinati a fare il proprio dovere, che, volesse iddio, dovrebbe partire dal salvaguardare le proprie anime dagli agguati dei lupi travestiti da agnello, che da ogni vetro temperato li osservano come la belva fa con la sua preda ignara.

Credetemi, mi fanno una enorme tenerezza, inermi, vulnerabili, armati solo di niente, con scudi d’aria e lance di pensieri.

Li vedo in fila, con i loro vestiti da mettere in mostra, le borsette e le 24 ore piene di cose futili che fanno tenerezza, pronti a rovesciare tutto sul piano quando serve qualche cosa che non si trova, ed era lì un attimo prima, pronti a fare i duri con l’estraneo sgarbato, perché poi ci si può atteggiare a super eroe metropolitano con gli amici a cui racconti il tuo coraggio.

Eppure, stanchi morti la sera nelle case, spengono la luce per caricare le batterie per lottare anche domani, mentre lo sanno che spira un vento strano e maligno, ma siamo nati così, pronti a lottare anche quando tutto sembra perduto.

Nessuno si propone di fare miracoli, ma solo di avere abbastanza forza per non arrendersi, aggrappandosi all’ottimismo di chi preferisce non sapere, oppure al cappuccino che in quel momento cancella il male attorno a loro.

Ed io che non ho tempo per dare consigli, ne faccio cadere uno dalle mie tasche bucate, ed è che considerando prezioso il vostro miracolo quotidiano, vi esorto a non preoccuparvi di chi non vi comprende, ed invece girategli le spalle e proseguite il vostro cammino in compagnia solo di voi stessi.

Voi siete in tanti, voi avete il potere, voi avete la forza, ed invece di correre, fermatevi un attimo per capire che dietro a tutto questo teatro non c’è chiarezza, non c’è giustizia, ma è solo una infinita corsa di criceti in gabbia che oggi si chiama laboratorio.

Non arrendetevi mai, avete il diritto di non arrendervi mai.

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