Mi inginocchio da te era una bella canzone, ma il callo da prostrazione non è esattamente ciò che vorrei far crescere sulle mie articolazioni.
Magari qualcuno potrebbe pensare che se il buon Dio non avesse voluto che ci inginocchiassimo non ci avrebbe fatto le ginocchia, ma è oltremodo vero che, come tutto il resto del corpo, ci è stato donato con una stretta connessione al nostro cervello che decide quando genuflettersi oppure no.
Probabilmente Dio ha anche pensato che l’uomo si sarebbe inginocchiato solo davanti a Lui, ma per qualche motivo, che proprio non capisco (o faccio finta di non capire), da tutto ciò sono nate varie ed austere dottrine religiose che oggi sconfinano nel politicamente corretto.
E qui non voglio giravi attorno: mettere insieme le parole “politica” e “correttezza” è tanto fuori luogo quanto quelle “Italiano” e “inginocchiarsi”: in mezzo a tante notizie che alle ginocchia mi hanno fatto venire il latte.
Ho ben in mente quella di un condannato a morte per finti motivi religiosi (la politica era la vera causa, come sempre), che un attimo prima di spirare si rivolse ai suoi aguzzini esclamando
“Toglietemi il cappuccio che vi faccio vedere come muore un Italiano”.
Un Italiano non ha certo bisogno di morire per dimostrare di esserlo, basterebbe che si ricordasse sempre che cosa rappresenta la sua pelle vestita di azzurro, soprattutto se indossa una maglia che non può non ricordarglielo.
Oggi vediamo invece, se i più viziati degli Italiani, quelli coi tatuaggi anche su per il colon ed i tagli dei capelli da mille euro, quelli con le scarpette da danza classica ed il pallone progettato per non scompigliare cotali chiome, si ricorderanno non come muore, ma come vive un italiano.
Dopo che si sono prestati perché la propaganda sanitaria di regime sembri intrattenimento sportivo, dopo che hanno fatto dichiarazioni degne del più viscido dei serpenti, voglio vedere se hanno il coraggio di disonorare una nazione manifestando una non meglio precisata solidarietà con altri miliardari che si dichiarano discriminati mentre guidano la Ferrari.
Fatelo, fate vedere quanto siete ridicoli, sia al gioco del calcio, sia a quello della vita, e già che siete lì in ginocchio per loro, ricordategli che ci sono milioni di italiani che non hanno una casa, un lavoro, un reddito, che si farebbero discriminare dalla mattina alla sera per guidare uno dei carri di questi vergognosi e viziati porta bandiera dei burattinai.
Siete giovani, tra pochi anni la vostra carriera sarà finita, e se l’avete fatta inginocchiandovi state pur certo che a breve sarete morti di fame e gli italiani, quelli veri, ne saranno fieri.
Inginocchiatevi davanti alla madre delle creazioni, non alla finta scienza che vi distruggerà.